Il caffè è una bevanda che ci unisce tutti e che possiamo tranquillamente dire sia una delle basi fondanti della cultura italiana. Ormai più che una bevanda è un rituale, seguito con fervore religioso da milioni di italiani ogni giorno nei luoghi di culto chiamati “bar”. Questa tradizione ha radici profonde, che storicamente partono proprio dalle nostre parti, più precisamente dalla città di Venezia.
Il Caffè
Ma facciamo un passo indietro. Il concetto di caffè non solo come bevanda ma anche come socialità parte dal medio oriente, per poi diffondersi in Turchia nel 1600 quando questa bevanda prende popolarità e i luoghi dove veniva venduta cominciano ad essere frequentati da artisti e commercianti, diventando il centro pulsante delle città turche. Nei caffè ci si trovava per discutere di affari, di arte e di filosofia, ma anche per parlare e rilassarsi.
Ed è proprio questo modo di vivere il caffè che venne importato dai mercanti turchi nel più importante scalo commerciale del mediterraneo, Venezia. Nel 1720 infatti nasce caffè Florian il celeberrimo locale in piazza San Marco citato anche da Goldoni per le sue atmosfere, che divenne un luogo di incontro di due culture.
Nasceranno poi il Pedrocchi di Padova (1722), il Gilli a Firenze (1733), il Greco a Roma (1760), etc.
Questo successo venne però osteggiato dalla chiesa, che per via delle capacità eccitanti della bevanda viene considerata opera del diavolo, finché Papa Clemente VIII, dopo un assaggio clandestino, stupito dalle proprietà del caffè decide di togliere il tabù.
Così le caffetterie prendono ancora più piede in europa tra l’800 e il ‘900 e nella società assumono il ruolo di centri culturali specialmente per gli intellettuali e gli aristocratici. Sono dei salotti a tutti gli effetti, dei luoghi dove poter parlare di politica, letteratura oppure organizzare una rivoluzione.
Il “Bar”
Ma da dove nasce il nome “bar” alcuni dicono in America, altri dicono in Italia, sta di fatto che l’etimologia della parola è molto simile, mentre in inglese “bar” sarebbe una contrazione dell’inglese “barrier” che significa letteralmente “sbarra” cioè il posto dove venivano venduti gli alcolici, in italiano l’uso del termine si discosta rispetto ai paesi anglofoni e indicherebbe le due barre di ottone poste al bancone. Si potrebbe pertanto assimilarla al concetto stesso di bancone che ancora oggi divide il barista e il suo piano di lavoro dal cliente.
Ancora, il termine sarebbe l’acronimo di “Banco A Ristoro”. A usare per primo la parola “BAR” pare sia stato un imprenditore italiano, tale Alessandro Manaresi, che nel 1898 apre il primo “BAR” a Firenze usando appunto le tre lettere come sigla per “Banco A Ristoro”.
Nel 1900 inizia a scomparire la scritta “caffè” in favore di questo nuovo concetto, in questo periodo infatti si crea il concetto di bar all’italiana, da luogo di ritrovo per la borghesia nel secondo dopoguerra diventa più “popolare” e con gli anni del boom economico tutti dovevano lavorare e c’era poco tempo per fare colazione a casa, nasce quindi il concetto di espresso al volo.
Il bar all’italiana è un posto dove prendere il caffè che ha un’offerta molto ampia, serve alcolici e semplici pietanze con cui accompagnare le bevande, un luogo di ritrovo soprattutto nelle ore diurne e pre-serali, per un’altra usanza italiana famosa nel mondo, l’aperitivo.
Il “bar all’italiana” è infatti un luogo per leggere il giornale, per guardare sport alla televisione (Bar-Sport), per chiacchierare tra amici o per giocare a carte. Ha a volte la funzione commerciale di tabaccheria (Bar-Tabaccheria).
Una piccola curiosità: la più grande catena di vendita di caffè al mondo, Starbucks, arrivò da un’idea di Howard Schultz, che si innamorò del “modo di prendere il caffè” italiano tanto che nel 1984 convinse i tre soci a una coffeehouse per testare se il “bar italiano” potesse essere inserito in un contesto americano.
Il bar è indiscutibilmente uno dei simboli dell’Italia, associato al piacere degli italiani di concedersi un caffè a qualunque ora del giorno o un aperitivo al tramonto, ed è sicuramente il tipo di locale che maggiormente ci rappresenta anche all’estero.